Prenota una visita di controllo -  334 7423525
Si riceve su appuntamento dal Lunedì al Giovedì

Prevenzione Orale

igiene dentale bologna
L’odontoiatria moderna, come tutta la medicina, si fonda sull’assioma che “prevenire è meglio che curare”. Per effettuare una corretta prevenzione delle più importanti malattie del cavo orale è necessario conoscere le cause che le determinano: sarà più facile allora agire con la necessaria decisione per contrastarle.

La carie dentaria e la parodontopatia (la piorrea, come era chiamata una volta) vedono la placca batterica come principale fattore responsabile; invece patologie quali la mal occlusione oltre a riconoscere una componente ereditaria è frequentemente determinata, o comunque aggravata, dall’abitudine che si protrae oltre tempo a succhiare, ad esempio il dito o il ciuccio, e dalla tendenza del bambino ad assumere atteggiamenti a bocca aperta.

Tre sono i livelli di prevenzione della carie dentaria e della parodontopatia:

Il primo - La prevenzione primaria, mira al controllo delle cause per far si che la malattia non si presenti.

Il secondo - La prevenzione secondaria, consiste nell’intercettare il danno precocemente, tanto da renderlo reversibile.

Si attua sottoponendosi a visite periodiche dal dentista, nel corso delle quali egli potrà rilevare una gengivite iniziale, una carie nei primi stadi di sviluppo oppure un morso crociato che influenza negativamente la crescita dei mascellari e lo sviluppo della dentizione. Sottoponendosi a blande terapie e prescrizioni quando la malattia è allo stadio iniziale è possibile guarire la gengivite, arrestare la carie e far riprendere una crescita equilibrata ai denti e ai mascellari.

Il terzo - La prevenzione terziaria, ovverosia l’intervento terapeutico mirato a limitare il danno ormai provocato. Quotidianamente il dentista si cimenta nella cura di carie dentarie più o meno estese e di parodontopatie. Il suo intervento, in questi casi, pur non potendo garantire la completa “restitutio ad integrum” dell’organo colpito guarisce comunque la malattia in atto, arrestandone la progressione che renderebbe le cure più complesse o addirittura inefficaci.